giovedì, Aprile 25, 2024
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NEWS AICOM – PRESCRIZIONE IMU E TASI

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A CURA DEL PRESIDENTE
MARCO LARASPATA

 

Imposte locali: la Cassazione chiarisce dopo quanto tempo scadono le tasse, l’avviso di accertamento e la cartella esattoriale.
I Comuni riscuotono le proprie entrate in modo autonomo rispetto all’Erario: hanno cioè la possibilità di ricorrere all’ingiunzione fiscale, in alternativa alla tradizionale cartella di pagamento, oppure stringere accordi con società private di riscossione che funzionano pressappoco come Agenzia Entrate Riscossione per i crediti statali. Seguono tale regola anche Imu e Tasi che, come noto, sono imposte che finiscono al Comune. Come tutte le imposte locali la legge prevede un apposito termine di prescrizione, diverso da quello che si applica, ad esempio, ad imposte centrali come Irpef, Irap, bollo e ad imposte comunitarie come l’Iva.
Il tema della prescrizione delle tasse è sempre stato al centro di numerose sentenze della giurisprudenza perché, come facilmente intuibile, è proprio grazie alla atavica lentezza della pubblica amministrazione – anche nel riscuotere le proprie entrate – che molti contribuenti si liberano dalla morsa dei debiti. E dunque conoscere qual è la prescrizione Imu e Tasi può servire per evitare di pagare un avviso di accertamento, una ingiunzione del Comune, una cartella esattoriale.
C’è peraltro da dire che il tema del recupero a tassazione di Imu e Tasi è tornato di recente alla ribalta dopo che la Cassazione [1] ha spiegato che, per verificare la sussistenza dei presupposti per godere dell’esenzione dalle imposte sull’abitazione principale, il Comune può controllare i consumi delle utenze del gas. In questo modo, chi dichiara di vivere nella casa al mare solo per non pagare le tasse, soccombe dinanzi all’inoppugnabile constatazione che, durante l’anno, non sono stati registrati consumi per il riscaldamento (il caso è ancora più emblematico se si tratta della casa in montagna).
Ritornando al problema della prescrizione Imu e Tasi, una pronuncia della Cassazione del 2018 [2] ha esteso l’area di applicazione della prescrizione breve a tutti i tributi locali – eccezion fatta solo per il bollo auto – in questo modo ampliando la tutela del contribuente. Cerchiamo dunque di capire quali sono questi termini.
Indice
• 1 Prescrizione Imu e Tasi
• 2 Prescrizione accertamento Imu e Tasi
• 3 Prescrizione cartella di pagamento Imu e Tasi
• 4 Prescrizione sentenza di rigetto ricorso contro Imu e Tasi
Prescrizione Imu e Tasi
Partiamo da un punto netto e definito: la prescrizione di Imu e Tasi è di cinque anni. Questo significa che se il Comune ti invia un accertamento per una annualità rispetto alla quale sono trascorsi più di cinque anni non devi pagare. Allo stesso modo, se non hai mai pagato, il Comune può chiederti solo il versamento delle imposte degli ultimi cinque anni.
Dinanzi a un’ingiunzione del Comune non ti basta, però, far finta di nulla; devi piuttosto impugnare l’accertamento. Diversamente l’atto diventa definitivo e, giusto o sbagliato che sia, sei costretto a pagare. Per l’impugnazione devi chiaramente rivolgerti al giudice entro 60 giorni dal ricevimento dell’atto illegittimo.
Puoi tentare anche la carta del ricorso in autotutela. L’autotutela si presenta con una domanda in carta semplice indirizzata al Comune stesso in cui chiedi l’annullamento dell’accertamento per intervenuta prescrizione. La risposta dovrebbe intervenire entro massimo 30 giorni ma l’amministrazione non è tenuta a replicare. Quindi stai molto attento al decorso dei termini per ricorrere in tribunale (la Commissione Tributaria Provinciale): se questi, nel frattempo scadono, resti fregato. Ricordati infatti che il ricorso in autotutela non sospende i termini del ricorso.
Prescrizione accertamento Imu e Tasi
Con la pronuncia prima richiamata, la Cassazione ha spiegato che il termine di prescrizione per le imposte locali si applica a qualsiasi atto di accertamento amministrativo di natura accertativa, ossia all’avviso di accertamento. Questo significa che, se dopo aver ricevuto la notifica dell’accertamento, il Comune rimane inerte per cinque anni di seguito (ossia non ti invia alcun altro sollecito), si compie ugualmente la prescrizione di Imu e Tasi.
In questo caso, però, non devi impugnare alcun atto, anche perché saresti fuori termine. Difatti, come detto, ci sono solo 60 giorni per contestare al giudice l’accertamento. A quel punto non ti rimane altro da fare che attendere la successiva mossa del Comune e impugnare quest’ultima per intervenuta prescrizione (ad esempio la notifica di una ingiunzione fiscale o di una cartella di pagamento).
Prescrizione cartella di pagamento Imu e Tasi
Una volta che ti arriva la cartella di pagamento devi verificare, anche in questo caso, che non siano decorsi cinque anni dall’avviso di accertamento. Se così fosse puoi di nuovo salvarti con la prescrizione; dovrai quindi impugnare la cartella esattoriale entro 60 giorni alla Commissione Tributaria Provinciale.
Lo stesso discorso vale nel momento in cui, dopo la notifica della cartella esattoriale, l’agente per la riscossione locale non muove un passo per cinque anni: anche qui scatta la prescrizione di Imu e Tasi. Ma attenzione: come nell’ipotesi vista sopra per la prescrizione dell’avviso di accertamento, non potrai più impugnare l’atto perché i termini per il ricorso sono decorsi; dovrai allora attendere il successivo atto (ad esempio un pignoramento, un fermo auto o un’ipoteca) e contestare quest’ultimo.
Prescrizione sentenza di rigetto ricorso contro Imu e Tasi
Se fai ricorso contro un accertamento o una cartella per Imu e Tasi e lo perdi, il giudice ti condannerà a pagare le imposte non ancora versate. Attento però: la sentenza – come tutti gli atti giudiziari – ha prescrizione di 10 anni; pertanto non conta più, in questo caso, che le imposte su cui verta abbiano una prescrizione di 5 anni come Imu e Tasi. Dunque, quando la prescrizione sta per compiersi, la carta giudiziale potrebbe essere avventata.
note
[1] Cass. ord. n. 4584/2019 del 15.02.2019.
[2] Cass. sent. n. 30362/2018.

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