giovedì, Maggio 2, 2024
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SEQUESTRO MASCHIO DEL CASTELLO ARAGONESE: AI DOMICILIARI NICOLA D’ABUNDO E GILORMINI

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La maxi inchiesta che ha portato, nella giornata di ieri al sequestro di una porzione del Castello Aragonese di Ischia conduce ai domiciliare l’imprenditore di Forio Nicola D’Abundo e il noto commercialista napoletano Alessandro Gelormini, presidente del Co.Tra.Sir il consorzio per il trasporto marittimo dei mezzi della nettezza urbana.

D’Abundo e Gelormini sono i protagonisti ischitani della suddetta inchiesta, estesa anche all’isola di Capri, di cui risultano interessati alcuni beni di lusso, e appartamenti tra Napoli e Roma, per una frode fiscale di circa 40 milioni di euro che vede coinvolte ben sette societĂ . Nell’operazione sono coinvolti anche due finanzieri che avrebbero intascato da Gelormini una tangente da 4mila euro per modificare il contenuto di un verbale redatto in seguito a controllo incrociato a carico di una societĂ  il cui titolare era cliente del commercialista.

Confermato il sequestro di una piccola parte del Castello di Ischia, il Maschio appunto, e non dell’intera fortificazione che rimane regolarmente aperta al pubblico. Totalmente estranei ai fatti gli altri proprietari, tra cui la famiglia Mattera.

La storia di questa inchiesta, precisano dalla Procura della Repubblica presso il Tibunale di Napoli Nord, inizia ad aprile scorso, quando il giudice della sezione fallimentare del tribunale di Napoli Nord e di quella di Santa Maria Capua Vetere Enrico Caria è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver “pilotato” nomine di consulenze in cambio di alcuni favori. I pm di Napoli Nord, coordinati dall’aggiunto Domenico Airoma, avevano iniziato a indagare sul presunto giro d’affari illecito connesso a fallimenti societari; per il caso Caria e il suo coinvolgimento, l’indagine è stata portata avanti da Roma, mentre ad Aversa la Procura di Napoli Nord ha continuato a indagare in Campania, scoprendo il ruolo da protagonista rivestito dal noto commercialista napoletano Alessandro Gelormini.

Oltre a D’Abundo e Gelormini sono finite agli arresti domicliari altre due persone, mentre per i due finanzieri coinvolti e corrotti dal commercialista sono in corso provvedimenti restrittivi.

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