sabato, Maggio 4, 2024
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FERRAGOSTO: L’ULTIMO ATTO DI UNA STAGIONE NERA

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Piove sul bagnato ad Ischia. In tutti i sensi. Non bastava una già difficile stagione turistica, anche il cielo si è messo di traverso contro il turismo nostrano mandandoci la pioggia, di fatto, nell’ultima occasione utile per limitare i danni. E per quanto le ovvie eccezioni ci siano sempre, non si può negare che la stagione turistica ischitana sia stata nera. Ferragosto è forse la rappresentazione – esasperata – di quella che è stata la “stagione 2018”. Che paradossalmente ci aveva illuso con un boom di visite nel doppio ponte del 25 Aprile del 2 Giugno, ma che poi ci ha regalato solo delusioni. Ne abbiamo sentite di tutti i colori, a cominciare dal terremoto fino ad arrivare persino alle notizie sul terremoto diffuse dai media locali. Queste, secondo alcuni, sarebbero le cause o comunque le gocce che avrebbero fatto traboccare il vaso. Un vaso che, in realtà, è pieno di problemi che ci portiamo dietro da anni, pieno di inefficienze che ovviamente ti portano ad avere risultati negativi nel lungo termine (e non tanto nel breve). Abbiamo provato a farci un’idea di quello che sta accadendo.

Perdonateci se usiamo un altro detto famoso: il pesce puzza dalla testa. Dalla classe politica, agli imprenditori, agli albergatori, agli operatori turistici fino ad arrivare agli ischitani. Siamo tutti – senza eccezione esclusa – colpevoli di danni che ora stiamo subendo senza reagire. Ed il pesce puzza dalla testa anche nel senso che i problemi per i turisti cominciano sin dal primo approccio con l’isola: i trasporti marittimi. Fa specie pensare che un amico ha speso 40 euro (andata e ritorno) in aereo da Trieste a Napoli e ne ha spesi quasi 50 da Napoli ad Ischia  e viceversa. Che poi, il prezzo sarebbe solo l’ultimo dei problemi se i trasporti stessi fossero efficienti e non “bagnarole” cariche  fino all’orlo di turisti chiusi in celle frigorifero per tratte di almeno un’ora (i canonici 45 minuti sono un miraggio) e costantemente in ritardo. Se questi sono gli aliscafi, figuriamoci i traghetti: portare una famiglia ad Ischia in auto costa più di tantissime tratte aeree per mete turistiche internazionali.  Quando poi il turista mette piede sull’isola, comincia il peggio: ecco i taxi con tariffe sproporzionate a cui magari si aggiunge qualche furbetto che applica qualche tariffa personalizzata . In alternativa si può sempre decidere di aspettare un autobus che forse partirà, ma che sicuramente si fermerà a metà tragitto per qualche guasto. Nella peggiore delle ipotesi, si può andare a piedi e cominciare a beneficiare dei nostri famosi aerosol termali provenienti dagli scarichi delle 60mila auto presenti sul nostro territorio. In qualche modo, comunque, in albergo si arriva sempre. E diciamo la verità, l’albergo a quattro stelle al prezzo di un due stelle e mezzo (rispetto alla media nazionale), è ciò che da più soddisfazione al turista; anche perché è tariffa all-inclusive. Quindi non c’è bisogno neanche di fermarsi al bar di Corso Vittoria Colonna o al ristorante, perché a costo di morire di sete e fame, al ritorno in albergo ci sarà l’all-inclusive a risolvere i problemi. Poco importa se poi la qualità del cibo non è neanche la brutta copia della nostra cucina. Va tutto bene per i turisti anche al momento dell’arrivo in spiaggia. Al punto informazioni c’è la possibilità di porre la domanda magica: “L’acqua com’è”? Se non capita la corrente storta, abbiamo un gran bel mare. Altrimenti c’è il rischio altissimo di ritrovarsi immersi tra schiuma, assorbenti e quant’altro, tutta roba naturale. Anche questo non è un problema, perché tanto la tariffa dell’hotel non è rimborsabile nel caso in cui qualcuno volesse scappare e in qualche pacchetto ci mettono dentro pure le terme, così anche il problema “bagno” è risolto. Poi se il turista non tornerà, ce ne sarà sicuramente qualcuno pronto a prendere il suo posto.

Ed invece no. Anno dopo anno i numeri calano mentre aumentano i posti letto tra nuovi B&B e affittanze estive tutte da controllare. Vedere oggi, a Ferragosto, il cielo grigio su Ischia, strade e spiagge deserte è sembrato quasi uno scenario apocalittico, insomma come se un malato sognasse l’inferno poco prima del decesso. Ischia non è di certo quella che abbiamo descritto (siamo stati chiaramente ironici), o meglio non è solo quello che abbiamo descritto. Siamo stati anche tanto sfortunati perché terremoto e condizioni meteo, seppur con meno responsabilità, incidono sulle performance negative. Però è necessario che tutti, dagli abitanti ai politici passando per gli imprenditori, prendano coscienza di quelli che sono problemi che non possono più essere insabbiati. Anzi vanno affrontati e risolti se vogliamo riprenderci da una crisi che ci tiene in pugno come non mai. Partiamo in enorme svantaggio, ma non è mai troppo tardi per darsi da fare. Si cominci a programmare ora per l’anno prossimo. Abbiamo bisogno di una svolta perché in queste condizioni la situazione può solo peggiorare. E se ne deve parlare perché solo così, forse, riusciremo a muovere le nostre coscienze. O dobbiamo aspettare prima di toccare il fondo dal punto di vista economico prima di cominciare a mettere in atto azioni importanti come regolamentazione del servizio taxi, regolamentazione del traffico, politica di prezzo condivisa, depuratore, eventi e così via? Cominciamo a discuterne in maniera seria.

 

FOTO RADIO TRECCIA

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