venerdì, Aprile 19, 2024
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VACCINI AD ISCHIA, L’INDIGNAZIONE DI UNA DONNA DEFINITA “FINTA FRAGILE” MA ACCETTATA DAL SISTEMA REGIONALE

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di Elisabetta Maschio

La testimonianza di Lucia

“Se questo è il modo in cui trattano i fragili, non oso immaginare quello in cui trattano coloro che, per fortuna, non hanno mai vissuto i nostri medesimi problemi”. Questa è l’indignazione di Lucia, ragazza di 34 anni che, nonostante la situazione difficile in cui si è trovata in passato, non ha il diritto di sentirsi fragile solo perché l’età anagrafica non glielo permette. Per capire il motivo di tale indignazione bisogna partire dal principio, quando a Lucia, in seguito ad un tumore, alla successiva operazione ed al ciclo di radioiodio terapia, viene assegnata un’invalidità dell’80% (Legge 104/92). Nel momento in cui la Regione Campania ha comunicato la possibilità per i soggetti fragili di iscriversi alla piattaforma per le vaccinazioni, anche Lucia ha ben pensato di fare la domanda. Nel giro di un’ora è arrivata, tramite e-mail, la risposta positiva dalla Regione con annessa convocazione per giovedì 15 aprile alle ore 11:00. “Mi sono recata al Palazzetto dello Sport “Federica Taglialatela” in Via Fondo Bosso all’orario previsto, – ha dichiarato Lucia – ho prelevato il mio ticket ed ho fatto la fila. All’ingresso mi è stato chiesto nome e cognome e risultavo inserita nella lista dei convocati della giornata. Ad un’ora e mezza dall’orario previsto per il mio appuntamento sono stata chiamata allo sportello per l’accettazione, dove ho dovuto elencare le mie patologie. Successivamente mi è stato chiesto con quale diritto io venissi definita “soggetto fragile” a soli 34 anni e soprattutto perché avevo fatto domanda senza interpellare il mio medico di base. A quel punto ho informato la dottoressa che, in realtà, avevo già contattato il mio medico qualche settimana fa, il quale mi ha detto che, in seguito alla mia patologia, ero ritenuta soggetto fragile e che dovevo assolutamente inviare la domanda autonomamente”. La domanda, invece, seguendo quanto detto dalla dottoressa presente il loco, doveva essere inviata dal medico di base e non autonomamente. Per tale motivo, Lucia è stata mandata a casa senza avere la possibilità di vaccinarsi. Oltre al danno anche l’umiliazione di una donna che, nonostante debba fare i conti ogni giorno con le conseguenze di quel brutto male, deve sentirsi giudicata come una “finta fragile”.

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