venerdì, Maggio 17, 2024
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IL DIACONO DON GIUSEPPE IACONO,IL PENSIERO SUL CELIBATO DEI PRETI



Confusione.
Che confusione su Facebook. Si fanno tanti commenti a sproposito, non sapendo, non conoscendo, non informandosi. Tanto fango anche sulla Chiesa, mischiando miserie umane con la sacralità dell’istituzione.

Per strada.
Molti mi fermano per strada e mi chiedono, ma lo stesso hanno confusione in testa.

Sui Social.
Ultimamente ho letto anche un commento su Facebook che attaccava la nostra comunità diaconale, puntando il dito sulla condizione di uxorati e ordinati, sporcando con tante brutte parole il sacramento del matrimonio e il servizio alla Chiesa. Spero che questa persona, che conosco molto bene, sappia che quello che ha scritto va anche confessato come peccato, prima di accostarsi all’Eucarestia (lo può annoverare tra i peccati contro il prossimo e contro Dio, se non trova la collocazione).

No.
A tutti dico NO! Un diacono o un prete non possono sposarsi! Chi ha ricevuto l’ordine non può sposarsi! In Oriente come in Occidente, chi ha ricevuto il sacramento dell’Ordine non può più sposarsi per il carattere stesso del sacramento che ha ricevuto (qui si dovrebbe aprire una discussione di carattere dogmatico, positiva e speculativa, ma sarebbe di difficile comprensione ai molti).

Si.
Viceversa una persona sposata può ricevere l’ordine perchè il sacramento del matrimonio non è incompatibile con quello dell’Ordine Sacro (questa si che è una questione normativa con differenti risvolti all’interno della Chiesa).

Ordinati come?
Detto questo voglio ancora precisare che il celibato nella Chiesa Cattolica è solo UNA delle condizioni che creano la varietà di ordinati.
Molti preti cattolici sono anche sposati. Anche in Italia. Per esempio, i preti cattolici di rito orientale (greco-bizantino, siriaco, etc) possono sposarsi prima di diventare sacerdoti. Anche il matrimonio dei sacerdoti anglicani sposati che sono ritornati in comunione con la Chiesa cattolica rimane valido.

Sicilia
In Sicilia i comuni di Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano e Santa Cristina Gela costituiscono l’Eparchia di Piana degli Albanesi, ovvero una regione di rito cattolico bizantino;

Venezia
A Venezia è presente la più grande comunità armeno-cattolica del paese; in più di 30 città italiane vi è almeno una parrocchia di rito greco-cattolico della comunità romena. In tutte queste città non è raro trovare un prete che va a prendere i figli a scuola o fare due chiacchiere con la moglie del parroco. Anzi, in alcune di queste normalità è la norma visto che ci sono solo sacerdoti cattolici di rito orientale.

Vescovi no
In questi riti cattolici è previsto che un fedele sposato possa diventare anche sacerdote, senza però poter diventare vescovo. Non è previsto, per gli orientali e i latini, che chi è già sacerdote possa poi sposarsi o che un ordinato sposato possa diventare vescovo.

Preti cattolici di rito orientale
Come ho già detto, le Chiese cattoliche di rito orientale sono in piena comunione con il Papa e vivono la stessa fede della chiesa cattolica, pur conservando autonomia per quanto riguarda disciplina e consuetudine liturgica. Nell’autonomia della disciplina rientra proprio la possibilità di sposarsi e in seguito di diventare sacerdoti.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Al punto 1580 del Catechismo della Chiesa Cattolica è infatti scritto:
Nelle Chiese Orientali, da secoli, è in vigore una disciplina diversa: mentre i Vescovi sono scelti unicamente fra coloro che vivono nel celibato, uomini sposati possono essere ordinati diaconi e presbiteri. Tale prassi è da molto tempo considerata come legittima; questi presbiteri esercitano un ministero fruttuoso in seno alle loro comunità.

Nell’indice del libro Oriente Cattolico si può trovare un elenco sintetico delle chiese cattoliche orientali. La dicitura “orientale” ha origini storiche, dunque oggi esistono chiese cattoliche orientali anche in Italia, negli USA o in nordafrica. In questi casi la loro presenza è collegata a grandi fenomeni migratori che hanno allontanato le comunità cristiane dai loro luoghi di origine.

Gesù non era sposato
Può capitare di sentire come argomento a favore dell’obbligatorietà del celibato per tutti i sacerdoti proprio l’esempio di Gesù: visto che Gesù era celibe, allora i preti cattolici non possono essere sposati. Ma questo non è vero, e non solo perché è prevista la possibilità che alcuni preti cattolici si sposino prima di diventare sacerdoti. Nella Presbyterorum Ordinis, un documento del Concilio Vaticano II, si legge infatti al punto n. 16:

La perfetta e perpetua continenza per il regno dei cieli, raccomandata da Cristo Signore nel corso dei secoli è anche ai nostri giorni gioiosamente abbracciata e lodevolmente osservata da non pochi fedeli, […] non è certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta evidente se si pensa alla prassi della Chiesa primitiva e alla tradizione delle Chiese orientali.

Nella chiesa primitiva i sacerdoti potevano essere già sposati

La prassi della Chiesa primitiva sarebbe la pratica ordinaria della Chiesa ai tempi di Gesù: dai testi evangelici e dalle fonti dei primi secoli di cristianesimo si capisce che il sacerdozio e il matrimonio non erano considerati incompatibili. San Pietro, come si legge nel vangelo, aveva una suocera (e quindi anche una moglie). Alcuni apostoli e padri della Chiesa erano sposati. San Paolino da Nola, che citiamo nelle Litanie dei Santi durante il rito del matrimonio, era sposato.

Quanti sono i preti cattolici sposati?
Non esiste una stima ufficiale sul numero dei preti cattolici sposati. Probabilmente nel 2000 i sacerdoti sposati erano circa quattromila, su un totale di circa 260mila sacerdoti diocesani. Considerando che nel 2018 i sacerdoti diocesani sono 281mila, ipotizzando la stessa crescita numerica dei sacerdoti sposati, oggi potrebbero essere più o meno 4.300.

Quindi prima di parlare a vanvera della Chiesa, del celibato, dei preti, dei diaconi, del Vescovo etc. e prima di invocare la solita solfa di “facciamo sposare i preti”, informiamoci.

Chiamati alla santità non al celibato.
La scelta del celibato è libera. Certo può accadere che ci si accorge che non si è capaci di mantenerla e qui va il plauso all’onestà di chi lo riconosce e reindirizza la sua vita cristiana verso il matrimonio, perchè alla fine quello che conta è la santità e il Paradiso, non certo la condizione terrena di celibi o uxorati, di preti o di mariti.

La lettera di San Giacomo
È difficile parlare bene, è difficile parlarsi bene. È necessario però che la parola sia buona e sia costruttiva; è necessario imparare a frenare la lingua e a usarla per dire cose buone.

3,1 Non diventate maestri in tanti, fratelli miei, ben sapendo che riceveremo una condanna più dura,
2 poiché sbagliamo tutti in molte cose. Se uno non sbaglia nella parola, costui è un uomo perfetto, in grado di dominare tutto il corpo.
3 Se ai cavalli mettiamo i morsi in bocca perché obbediscano,noi guidiamo anche tutto il loro corpo.
4 Vedete, anche le navi, pur così grandi e spinte da venti
impetuosi, vengono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole il desiderio del timoniere.
5 Allo stesso modo, benché anche la lingua è una piccola
parte del corpo, tuttavia è capace di grandi cose. Vedete, un fuoco per quanto piccolo incendia una foresta tanto grande!
6 Anche la lingua è un fuoco, anzi è come il mondo malvagio la lingua tra le nostre membra. contamina tutto il corpo e incendia il ciclo dell’intera esistenza, traendo la sua origine dalla Geenna.
7 Infatti ogni sorta di bestie, di uccelli, di rettili e di animali marini viene domata dal genere umano,
8 ma la lingua nessun tra gli uomini è capace di domarla: è un
male che non si riposa, pieno di veleno mortale.
9 Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a immagine di Dio.
10 Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non dovrebbe, fratelli miei, essere così!

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