Procida festeggia un nuovo traguardo culturale con l’inaugurazione del restauro della chiesa di San Giacomo, un intervento finanziato grazie ai fondi della Cultura e realizzato dalla ditta Catuogno Costruzioni sotto la direzione dell’architetto Luigi Calabrese. Il professionista ha guidato i lavori ispirandosi a un principio cardine della teoria del restauro: “avvicinati all’antico come ad un ferro rovente”.
La chiesa seicentesca, con le sue forme mediterranee, torna a splendere e la sua imponenza è visibile persino dal belvedere di Terra Murata. L’intervento non è solo un’opera di conservazione, ma un segno tangibile della capacità di Procida di trasformare l’esperienza della Capitale Italiana della Cultura 2022 in un patrimonio duraturo.
Durante la presentazione del report di circa 500 pagine che raccoglie l’eredità di Capitale della Cultura, il sindaco Dino Ambrosino ha sottolineato come il documento non riesca a restituire appieno le emozioni vissute: dall’orgoglio del giorno della proclamazione alla gioia della festa inaugurale. Momenti che hanno segnato profondamente la comunità isolana.
Ambrosino ha evidenziato anche l’impatto economico dell’iniziativa. Se spesso le amministrazioni vengono accusate di lasciare debiti, nel caso di Procida la Capitale della Cultura ha generato una vera rendita: il contributo di sbarco è cresciuto del 400% rispetto al 2015. Queste risorse garantiscono oggi la copertura delle esigenze ordinarie e permettono nuovi investimenti, come l’impianto di areazione al centro polifunzionale per risolvere il problema della condensa.
Il restauro di San Giacomo diventa così simbolo di un percorso che unisce memoria, bellezza e sostenibilità economica. Procida dimostra che la cultura non è solo un valore immateriale, ma anche un motore concreto di sviluppo e benessere per la comunità.










