Un nuovo intervento mirato ha colpito la pesca illegale nelle acque tutelate dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”. Nei giorni scorsi, un’operazione congiunta tra la Guardia Costiera di Ischia e la Squadra Nautica della Polizia di Stato ha portato all’intercettazione di due subacquei intenti a praticare pesca di frodo al largo del Banco d’Ischia. Fondamentale, ancora una volta, il contributo operativo dell’Ente Gestore dell’AMP, che ha supportato il buon esito dell’azione.
L’allarme è stato lanciato dalla Sala Operativa della Guardia Costiera, attiva 24 ore su 24, che ha immediatamente disposto l’intervento delle unità navali nella zona “C” dell’area protetta, a ridosso della zona “A”, cuore della biodiversità marina dell’arcipelago. In quel tratto di mare è stato individuato un gommone da diporto con a bordo i due sub, equipaggiati con un vero e proprio arsenale: cinque fucili subacquei, dieci fiocine e un raffio. Un equipaggiamento che lascia pochi dubbi sulle intenzioni predatorie e sulla consapevolezza di agire in un’area soggetta a rigidi vincoli ambientali.

Gli operatori delle forze dell’ordine, intervenuti con prontezza e determinazione, hanno proceduto all’identificazione degli individui, elevando sanzioni e disponendo il sequestro dell’attrezzatura, ora destinata alla confisca. L’operazione ha evidenziato ancora una volta la sinergia tra enti ambientali e forze di polizia, impegnati in un fronte comune contro chi minaccia l’equilibrio dell’ecosistema marino.
Grande soddisfazione è stata espressa da Antonino Miccio, Direttore dell’Area Marina Protetta, che ha definito l’intervento “esemplare per rapidità ed efficacia”. In una nota ufficiale, ha ringraziato Guardia Costiera e Polizia di Stato per il lavoro congiunto, ribadendo l’importanza di un presidio costante del territorio marino, sempre più esposto ad aggressioni illegali: “Solo con una vigilanza continua e una collaborazione concreta tra istituzioni è possibile difendere un patrimonio unico come quello del Regno di Nettuno da comportamenti scellerati e distruttivi.”
L’operazione si inserisce in un più ampio piano di sorveglianza e repressione che mira a contrastare con forza tutte le forme di pesca illegale, una delle principali minacce alla sopravvivenza degli habitat marini. In un contesto ambientale delicato come quello del Banco d’Ischia, l’attività illecita di pochi può compromettere l’equilibrio di un intero ecosistema.