venerdì, Settembre 5, 2025
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Leonardo Di Costanzo da Ischia a Venezia in concorso con “Elisa”: un viaggio nella colpa e nella trasformazione



Dopo le polemiche del 2021 per l’esclusione dal concorso del suo acclamato Ariaferma, Leonardo Di Costanzo torna alla Mostra del Cinema di Venezia con Elisa, in gara per il Leone d’Oro. Il film, in uscita nelle sale italiane il 5 settembre, è il penultimo dei cinque titoli italiani in concorso e segna un nuovo capitolo nella poetica del regista, che continua a esplorare i confini tra giustizia, introspezione e responsabilità.

Protagonista assoluta è Barbara Ronchi, nel ruolo di Elisa, affiancata da Valeria Golino e dall’attore francese Roschdy Zem. La storia nasce idealmente sul set di Ariaferma, il film carcerario con Toni Servillo e Silvio Orlando, dove Di Costanzo ha cominciato a riflettere su cosa accade dentro una cella, su come si manifesta il male e su come si può affrontarlo.

In Elisa, la protagonista è una donna chiusa in sé stessa e in un centro di recupero in montagna, anni dopo aver commesso un delitto: l’omicidio della sorella. Il film segue il suo percorso interiore, fatto di silenzi, confronti e tentativi di riconciliazione con la propria coscienza. A guidarla in questo cammino è un criminologo, interpretato da Zem, che la invita a scavare nel dolore e nella memoria.

«Quello che mi ha interessato di questa storia è la necessità di questa persona di affrontare il proprio atto, la propria vita», ha spiegato Di Costanzo. «È un film politico perché è dinamico, si pone un problema trasformativo. Non è solo una perizia, ma l’idea di trasformare. Se questo atto individuale lo facciamo vivere collettivamente, mettendoci in ascolto di chi porta la colpa, allora la colpa diventa più grave, più efferata. E non necessariamente richiede vendetta, che è un sentimento naturale, ma che ci porta alla guerra.»

Elisa si ispira a una storia vera, quella di Stefania Albertani, condannata per l’omicidio della sorella e raccontata in un celebre episodio di Storie Maledette. La sceneggiatura, firmata da Di Costanzo insieme a Bruno Oliviero e Valia Santella, si basa anche sugli studi dei criminologi Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali, che da anni indagano il rapporto tra crimine e coscienza.

Con una regia rigorosa e una narrazione che si muove tra introspezione e tensione morale, Elisa si presenta come uno dei titoli più intensi e profondi del concorso veneziano. Un’opera che non cerca risposte semplici, ma invita lo spettatore a interrogarsi sul significato della colpa, sulla possibilità del cambiamento e sul valore dell’ascolto.

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