Il 10 novembre 2025 segna una data storica per la cultura gastronomica italiana: l’Unesco ha espresso parere tecnico favorevole alla candidatura della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Questo primo “sì” arriva dall’organo degli esperti mondiali dell’Unesco, che ha valutato positivamente il dossier presentato, ritenendolo coerente con gli obiettivi dell’organizzazione.
Cosa significa questo riconoscimento
Il riconoscimento come patrimonio immateriale non riguarda singole ricette, ma l’intero sistema culturale che ruota attorno alla cucina italiana: tradizioni, rituali, convivialità, trasmissione intergenerazionale del sapere, legame con il territorio. Come ha sottolineato il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, “la cucina italiana non è solo cibo, ma un insieme di valori, identità e relazioni”
Prossimi passi: la decisione politica
Il parere tecnico sarà ora sottoposto al Comitato intergovernativo dell’Unesco, che si riunirà a New Delhi dall’8 al 13 dicembre. Sarà questo organismo politico a decidere se confermare l’iscrizione. Se approvata, la cucina italiana diventerebbe la prima tradizione culinaria al mondo a ricevere tale riconoscimento nella sua interezza
Con oltre 251 miliardi di euro di valore economico e un locale su cinque nel mondo che serve piatti italiani, la cucina italiana è già un fenomeno globale. Ma il riconoscimento Unesco ne sancirebbe ufficialmente il valore culturale universale, proteggendone le radici e promuovendone la salvaguardia.
Il dossier è stato curato da Pier Luigi Petrillo, professore alla Luiss Guido Carli, già autore di altre candidature Unesco di successo. La proposta ha coinvolto associazioni, istituzioni e rappresentanti del mondo enogastronomico, in un lavoro corale che ha messo in luce la ricchezza e la diversità della cucina italiana














