mercoledì, Aprile 30, 2025
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ISCHIA, SORPRENDENTE SCOPERTA IN BIBLIOTECA ANTONIANA: SPUNTANO DIPINTI INEDITI



Agostino Mazzella (consigliere comunale d’Ischia)

​La biblioteca, pur essendo da oltre cinquanta anni di proprietà del Comune d’Ischia, strutturalmente fa parte del complesso del Convento dei Frati Minori della Chiesa di S. Antonio d’Ischia. Secondo uno dei primi storici del francescanesimo, vissuto nel Cinquecento, Luca Wadding, il convento ischitano sarebbe stato fondato addirittura nel 1225, un anno prima della morte di S. Francesco. Ma l’eruzione dell’Arso del 1301, con la fuoriuscita di lava che ha ricoperto gran parte del territorio comunale, ne avrebbe potuto cancellare le eventuali tracce.

Non vi sono infatti testimonianze certe dell’esistenza di strutture preesistenti al 1464, anno in cui viene per la prima volta citata una chiesa dedicata a S. Maria della Misericordia (detta all’arena) e dopo qualche anno, nel 1489, viene descritta anche la presenza di un convento contiguo con adiacente orto. Nel corso del Cinquecento e del Seicento si trovano invece vari atti ed inventari che confermano l’esistenza di queste strutture. Tutte queste testimonianze sono state rinvenute con estrema cura dal prof. Agostino Di Lustro presso l’Archivio di Stato di Napoli nel Fondo Corporazioni Religiose Soppresse. 

Come è noto, tra il 1715 e il 1740, sotto la guida di Padre Teodoro Garofalo, i frati conventuali, hanno intrapreso un massiccio intervento di rifacimento ed ampliamento di tutto il complesso, che, a partire dal 1810 viene occupato dalle suore clarisse, per poi essere destinato nel 1920 ai frati minori, attuali custodi del convento. 

​Nel corso di un intervento di manutenzione di qualche mese fa nella sala Ischia della biblioteca sono comparse tracce di pigmenti di vari colori sulla parete confinante con l’attiguo convento. E’ interessante notare che questa sala, parallela al salone principale della biblioteca, presenta volte a crociera ed interessanti rifiniture in piperno che conferiscono al locale un particolare pregio. Nel salone principale, utilizzato spesso per le conferenze, sulla parete frontale – come è noto – vi è un dipinto rappresentanteun papa benedicente, seduto sul trono. La presenza sulla stola papale dello stemma francescano con le braccia incrociate fa propendere ad una attribuzione di un papa francescano, molto probabilmente, Clemente XIV (1769 – 1774) coevo con la ricostruzione settecentesca.

Le tracce di colore apparse sotto la tinteggiatura della sala Ischia indicavano chiaramente l’esistenza di una decorazione, ma decisamente in cattivo stato, tanto da renderla del tutto indecifrabile.  L’Amministrazione Comunale, sensibile alla tutela del nostro patrimonio artistico, ha interpellato un esperto che cipotesse suggerire il comportamento più corretto da tenere,individuando nella prof.ssa Monica Martelli Castaldi, restauratrice e docente presso l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”, la persona più competente per darci una mano, visto che negli anni ha già seguito i restauri dei dipinti murali nella nostra torre Guevara. E’ stato stilato un progetto di indagine ed inviato alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli al fine di ottenere la necessaria autorizzazione. Nei giorni scorsi, appena è giunta l’attesa autorizzazione, è stato possibile conferire l’incarico di esecuzione dei saggi sulle tracce emerse nella sala Ischia e nel contempo un intervento di studio e sul dipinto papale della sala principale

​In questi giorni la professoressa Martelli Castaldi ha lavorato alacremente allo studio delle due sale, ed in particolare sul dipinto raffigurante il papa, consentendo di leggere dei particolari fino ad ora coperti dalla coltre del tempo. Ma la sorpresa più grande è stata assistere come con maestria sia riuscita ad intravedere, grazie anche all’occhio clinico del suo assistente Arturo Giordano, la possibile esistenza di un’ulteriore porzione di affresco sulla parete sovrastante il vano d’accesso alla sala seguente, che poteva celarsida chissà quanti anni sotto gli strati di intonaco e colore con cui è stata tinteggiata nel tempo l’intera biblioteca. Cosicché con emozione e meraviglia, grazie ad un saggio sulla parete a sinistra del ritratto del papa, abbiamo visto rifiorire tra le mani dell’esperto una coppa con decoro floreale dai colori molto vivi. Non solo, altri saggi nella stessa sala hanno rilevato l’esistenza di ulteriori tracce che lasciano presagire una probabile decorazione murale dell’intero ambiente. La sorpresa più grande sta nel fatto che le decorazioni appena scoperte ed il dipinto del Papa appaiono essere di diversa fattura, mentre quest’ultimo risulta molto rimaneggiato e realizzato verosimilmente a secco, le altre decorazioni sembrano essere degli affreschi, e non è da escludere la possibilità che possano trattarsi di interventi di epoca diversa.

L’Amministrazione Comunale ed in primis il sindaco Enzo Ferrandino, che ha assistito a questa scoperta con la direttrice Annicelli ed il sottoscritto, intendono proseguire nelle indagini per vedere di più della decorazione ritrovata e capire il collegamento con il dipinto del Papa.

Nella sala Ischia dove sono stati eseguiti solo alcuni primi saggi, sono state rilevate varie tracce di decorazioni, purtroppo molto deteriorate, dove è difficile separare dal colore originale tutti gli strati di stucco e di tinteggiature sovrapposte negli anni. Qui ogni intervento appare molto più complesso ed è ancora allo studio una possibile strategia di salvataggio.

In ogni caso siamo soltanto alle prime tessere di un puzzle ancora tutto da ricostruire …

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