Un esemplare di squalo capopiatto (Hexanchus griseus), noto anche come notidano grigio, è stato rinvenuto privo di vita nel pomeriggio di ieri nelle acque di Ischia Ponte. La carcassa dell’animale, in avanzato stato di decomposizione, è stata avvistata nella baia di Cartaromana, dove si presume fosse rimasta intrappolata tra gli scogli per diversi giorni prima di essere sospinta dalle onde fino alla banchina.
La segnalazione è giunta alla Guardia Costiera ischitana, che è intervenuta prontamente insieme ai tecnici dell’ASL per effettuare i rilievi necessari a determinare le cause del decesso. Secondo le prime analisi, lo squalo — lungo circa due metri — sarebbe morto a causa di un’interazione antropica: probabilmente impigliato in una rete da pesca, non sarebbe riuscito a liberarsi.
Dopo i rilievi, l’esemplare è stato rimosso e avviato allo smaltimento secondo quanto previsto dalle normative vigenti in materia di fauna marina protetta.
Il capopiatto è una specie rara e considerata a rischio di estinzione. Abitante delle profondità marine del Mediterraneo, è facilmente riconoscibile per la sua testa larga e piatta e per le sei fessure branchiali, una caratteristica insolita tra gli squali. Sebbene viva solitamente a grandi profondità, può avvicinarsi alla costa durante le ore notturne per cacciare. Si tratta di un predatore bentonico, del tutto innocuo per l’uomo, che svolge un ruolo cruciale nell’equilibrio dell’ecosistema marino.
Nonostante la sua importanza ecologica, il capopiatto è spesso vittima di catture accidentali e, in alcuni casi, viene persino consumato, talvolta scambiato per altre specie come il pesce spada. Il ritrovamento a Ischia riaccende l’attenzione sulla necessità di tutelare maggiormente le specie marine vulnerabili e di promuovere pratiche di pesca più sostenibili.










