Una sentenza destinata a fare scuola nel mondo dell’istruzione arriva dal Tribunale Amministrativo Regionale, che ha accolto il ricorso di una studentessa del Liceo “Buchner” contro la decisione della Commissione d’Esame di non attribuirle la lode, pur avendo conseguito il massimo punteggio: 100 centesimi. Il provvedimento, privo di qualsiasi motivazione, è stato giudicato illegittimo e contrario ai principi di trasparenza e imparzialità sanciti dalla legge.
Il caso: 100 senza lode
La studentessa, che aveva concluso il suo percorso scolastico con una carriera brillante e una media finale superiore a 9, ha ricevuto il punteggio massimo all’Esame di Stato, ma senza la lode. La Commissione non ha fornito alcuna spiegazione scritta o verbale, né ha indicato elementi che giustificassero la mancata attribuzione dell’encomio. Di fronte a questa omissione, la giovane ha deciso di ricorrere al TAR, assistita da un legale.
Il giudizio del TAR: serve motivazione
I giudici amministrativi hanno ritenuto fondato il ricorso, richiamando l’articolo 3 della legge 241/1990, che impone alle pubbliche amministrazioni l’obbligo di motivare i propri atti. Secondo il TAR, l’assenza di una motivazione rende la decisione arbitraria e lesiva del principio di trasparenza, soprattutto in un contesto come quello scolastico, dove la valutazione incide direttamente sul riconoscimento del merito.
La sentenza sottolinea che la lode non è un premio discrezionale, ma un riconoscimento regolato da criteri oggettivi, tra cui la media dei voti e il comportamento durante l’intero ciclo scolastico. Quando tali criteri sono soddisfatti, la mancata attribuzione della lode deve essere giustificata in modo chiaro e documentato.
Questo pronunciamento apre una riflessione più ampia sul sistema di valutazione scolastica e sul ruolo delle Commissioni d’Esame. Se da un lato è giusto preservare la libertà di giudizio dei docenti, dall’altro è necessario garantire che ogni decisione sia trasparente, motivata e rispettosa dei diritti degli studenti.
La vicenda della studentessa del Liceo Buchner diventa così simbolo di una battaglia per il riconoscimento del merito e per una scuola più equa, dove anche le eccellenze non vengano oscurate da decisioni non motivate.
Un precedente importante
La sentenza del TAR non solo restituisce dignità alla studentessa, ma stabilisce un precedente che potrebbe influenzare futuri ricorsi in casi analoghi. In un’epoca in cui si parla sempre più di valorizzazione del talento e di giustizia scolastica, questo episodio ricorda che il merito va tutelato con rigore, trasparenza e rispetto.
Una lode negata può sembrare un dettaglio, ma in realtà è il segnale di quanto sia importante garantire a ogni studente il diritto a una valutazione giusta e motivata.