Partita ufficialmente la nuova stagione dell’Ischia Calcio con l’inizio del ritiro allo stadio Mazzella. Ancora una volta, tra mille difficoltà economiche, la società è riuscita a tenere in vita il calcio sul versante di Levante dell’isola. Un impegno silenzioso, spesso sottovalutato, che merita rispetto.
Senza il lavoro di chi opera dietro le quinte, anche tra errori e sacrifici, oggi si parlerebbe di derby col Barano e non di Serie D. Lo stadio è ancora a mezzo servizio, e nessun imprenditore investirebbe in queste condizioni. Eppure, invece di parlare di abbonamenti, sostegno e umiltà, sui social già si critica la campagna acquisti, senza conoscere i nuovi arrivi né aver visto un allenamento.
Serve realismo: con risorse limitate, senza abbonamenti e senza fiducia, non si possono pretendere “nomi”. Chi lavora per questa maglia non è in vacanza. C’è chi parla, e chi agisce. Chi aspetta il bomber, e chi ha già fatto l’abbonamento.
Il calcio si ama con i fatti, non con i post. Chi ama davvero l’Ischia lo dimostra ora, nel momento del bisogno. Le critiche costruttive sono benvenute, ma chi si limita a commentare senza contribuire, forse dovrebbe fare un passo indietro.
Sarà una stagione difficile. In gradinata, i tifosi saranno decisivi. Uniti, si può ancora sognare.