domenica, Luglio 20, 2025
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Ischia, ancora un giovane vittima della strada: quando verrà l’ora della consapevolezza collettiva?



Sull’isola d’Ischia non accenna a fermarsi la mattanza di giovani vite che trovano tragicamente la morte su strade sempre più pericolose da attraversare. L’altro giorno un altro bravo ragazzo si è visto spezzare la vita nei suoi anni più belli. Gli anni in cui i sogni coltivati sono ancora chiusi nel cassetto. Anni in cui la vita deve solo sorriderti e non essere brutalmente tranciata da tragedie improvvise ed inaspettate che gettano nello sconforto e nella disperazione i propri cari. La cosa che mi addolora tanto, è che ormai sulla nostra Isola, dove l’egoismo e l’interesse esclusivo per la coltivazione del proprio orticello imperversano sempre di più tra noi isolani, le morti sul lavoro e sulla strada sembrerebbero quasi non inorridirci più e questo significa che abbiamo perso quasi del tutto quel briciolo di umanità che ci era rimasta. E lo percepisco dai commenti che leggo sui social i quali, a parte quelli di sincero e sentito cordoglio a cui ci uniamo dal profondo del cuore,  spesso non hanno alcun senso o, peggio ancora, sono letteralmente fuori luogo e hanno persino la presunzione, quasi a mo’ di pettegolezzo, di avanzare ipotesi su incidenti stradali di cui non si è stati testimoni diretti e di cui semmai sono state viste distrattamente delle foto. E allora mi chiedo: vogliamo continuare tutti noi a rischiare quotidianamente la vita sulle strade, o vogliamo finalmente prendere consapevolezza che ognuno di noi può fare qualcosa, se non tanto, per rendere le strade più sicure. 

A parte il vergognoso atteggiamento di amministrazioni comunali isolane che oltre a proclami sterili e di circostanza sulla messa in sicurezza delle strade non hanno nemmeno la volontà politica e la capacità, ad esempio, di rendere sicuri gli attraversamenti pedonali nelle ore serali e notturne non illuminandoli a dovere o, come accaduto a Monterone, nel Comune di Forio, le strisce pedonali al momento sono state eliminate per far posto alle strisce blu e quindi all’affaire della sosta a pagamento, anche noi cittadini possiamo e dobbiamo fare la nostra parte. Come? Rispettando le norme che regolano il codice della strada e che spesso non sono altro che norme di buon senso. E per conoscerle, tanto sono elementari, non c’è nemmeno bisogno di andare a scuola guida. Non sono un moralista e sicuramente non posso dare lezioni a nessuno in quanto sono il primo a poter sbagliare in ogni momento, ma se solo ognuno di noi, ricordando le giovani vite spezzate sulla strada, si sforzasse di seguire semplicemente regole di buon senso, sono convinto che riusciremmo a dare un contributo importante, se non determinante, per rendere più sicure le nostre strade. Da pedoni attraversando la strada sempre e solo sulle strisce pedonali (lì dove ci sono naturalmente) e senza chattare col telefonino. Scesi dal pullman non attraversando mai la strada prima che lo stesso non abbia lasciato la fermata. Camminare sui marciapiedi e non sulla carreggiata. Da automobilisti e scooteristi non correre, non distrarsi col telefonino, non fare sorpassi azzardati, accendere le luci già al tramonto e all’alba prima che sorga il sole e, soprattutto, seguire le regole del codice della strada che ogni pochi metri ci vengono chiaramente rammentate dai segnali stradali. Se solo faremo questo, probabilmente riusciremo a salvare delle vite umane e a mettere fine alla mattanza di giovani vite sulle nostre strade.

©️ Gennaro Savio

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