Ischia Ponte, 4 novembre 2025 — In una giornata di luce straordinaria, quasi estiva, il borgo marinaro di Ischia Ponte si raccoglie attorno alla figura di monsignor Camillo d’Ambra, per celebrare un traguardo che va oltre il tempo: cento anni di vita, di fede, di servizio. Un secolo che non è solo anagrafico, ma spirituale, pastorale, umano. È il “secolo di Don Camillo”, come lo definisce con commozione Francesco Esposito nel suo toccante ricordo.
Una guida spirituale per generazioni
Don Camillo non è stato soltanto un sacerdote. È stato padre, amico, memoria viva di un’intera comunità. Per generazioni ha rappresentato un punto fermo, una roccia su cui poggiare il piede della fede. La sua presenza ha attraversato il tempo, restituendo con il suo abbraccio il calore di chi non c’è più, testimone silenzioso e amorevole di un secolo di ischitani.
“Nel vostro abbraccio ho sempre ritrovato quella stretta di tante persone care che non ci sono più”, scrive Esposito, con parole che toccano il cuore.
La devozione che forma il cuore
Nel ricordo di Francesco Esposito, Don Camillo è anche messaggero di devozione mariana, custode della tradizione dell’Incoronata di Costantinopoli, la “Castellana nostra”, che ogni anno torna a coprire con il suo manto le strade di Ischia Ponte. Attraverso questa immagine, il monsignore ha trasmesso l’amore per la Madonna, sull’esempio di San Giovan Giuseppe, rendendo la fede un’esperienza viva e condivisa.
Un “sì” che ha cambiato vite
Il tributo si chiude con parole di profonda gratitudine: “Siamo stati fortunati e di questo ringraziamo Dio e la Madonna, e anche voi che non vi siete risparmiato nel dire ‘sì’.” È un riconoscimento sincero a una vita spesa per gli altri, per la comunità, per Dio. Don Camillo ha formato cuori, ha accompagnato mani all’altare, ha reso forte la fede di chi lo ha incontrato.
Ad multos annos, Don Camillo
In questo giorno di festa, il borgo si stringe attorno al suo pastore con affetto e riconoscenza. “Vi amiamo tutti, Don Camillo”, scrive Esposito. E con lui, lo dice un’intera comunità che ha avuto il privilegio di camminare accanto a una figura spirituale di rara profondità












