lunedì, Maggio 12, 2025
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Il messaggio del vescovo Lagnese per l’elezione di Papa Leone XIV



Il vescovo di Caserta e arcivescovo di Capua, monsignor Pietro Lagnese, ha diffuso un messaggio alla comunità in occasione dell’elezione del nuovo vescovo di Roma, Papa Leone XIV.

Il messaggio di monsignor Lagnese

Carissimi fratelli e sorelle,
ancora una volta lo Spirito Santo ci ha sorpresi, donando alla Chiesa il pastore di cui ha bisogno in questo tempo: un uomo mite e amabile, ma anche saldo e deciso nel riaffermare il primato di Cristo. Un pastore che sappia guidare la Chiesa nella sua missione di rendere presente il Risorto nel mondo, perché gli uomini “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).

Come Chiese sorelle di Capua e Caserta, eleviamo al Signore il nostro canto di lode per il dono di Papa Leone XIV e per la sua disponibilità a rispondere alla chiamata di Dio, assumendo il compito di essere “principio e fondamento visibile dell’unità nella fede e della comunione nella carità”, messaggero di pace in un mondo ferito e diviso.

Il fatto che la sua elezione sia avvenuta nel tempo liturgico della Pasqua è per noi un segno che il Risorto non ci ha lasciati soli. Sì, il Signore è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (cfr. Mt 28,20); ed è Lui che edifica la Chiesa: “le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (cfr. Mt 16,18).

Rendiamo quindi grazie a Dio, e affidiamo il ministero di Papa Leone XIV all’intercessione di Maria Santissima, perché illumini il Popolo di Dio con la luce del Vangelo e lo edifichi con la testimonianza della sua vita.

Facciamo nostre le parole di Papa Leone XIV e, come ci aveva già esortati Papa Francesco, accogliamo con cuore aperto il suo invito a essere “una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce ponti, promuove il dialogo, e che accoglie tutti, con le braccia aperte: tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del nostro amore”.

Sia una Chiesa che si dona senza riserve, perché Cristo sia conosciuto e glorificato (cfr. Gv 3,30), e perché nessuno sia privato della possibilità di conoscerlo e amarlo. Vi benedico di cuore.

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