Carissimi fratelli e sorelle,
con profonda gratitudine e sincera emozione a nome della Comunità Parrocchiale vi rivolgo il nostro più cordiale e fraterno benvenuto.
Oggi la nostra comunità accoglie la delegazione del Comune di Squinzano, guidata dal Rev.mo Don Alessandro Scevola, Parroco di San Nicola di Myra che questa sera presiede questa Eucarestia, insieme al Dott. Mario Pede Sindaco dello stesso comune, all’Amministrazione comunale e ai fedeli. La vostra presenza tra noi è motivo di gioia e di grazia. Non siete semplicemente ospiti: siete pellegrini della fede, testimoni di una tradizione viva che ci unisce nel nome di Cristo e nel ricordo dei suoi martiri.
Portate con voi un segno che ci commuove e ci interroga: l’ampolla contenente il prezioso Sangue di San Vito, giovane martire e testimone intrepido del Vangelo. Un segno potente, che Tertulliano definisce “semen christianorum” – “seme dei cristiani”, espressione riportata in molte opere di sant’Agostino. Quel sangue, versato per amore di Cristo, è linfa vitale per la Chiesa. Non è reliquia muta, ma è passione, amore senza stancarsi, è parola che grida ancora oggi: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo” (Lc 12,4); “Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà” (Lc 9,24).
San Vito, nella sua giovane età, ha mostrato la forza mite e invincibile della fede. Le antiche fonti della Passio, pur con il linguaggio tipico dell’agiografia antica, ci consegnano la memoria di un ragazzo profondamente libero, profondamente innamorato della vita, che preferì morire piuttosto che rinnegare il suo Signore. La sua testimonianza, insieme a quella dei santi Modesto e Crescenzia, toccò profondamente le comunità cristiane dei primi secoli, e si diffuse con forza proprio nel Sud Italia, in Sicilia, in Puglia e in tutto il bacino mediterraneo.
Anche la nostra terra, Forio, ha accolto questa eredità spirituale e l’ha custodita con amore e devozione. Ancora oggi, il culto di San Vito vive nel cuore del nostro popolo. Per molti non è solo una figura devozionale, ma come modello di vita: limpida, radicale, gioiosa anche nella prova. La fede del nostro popolo verso San Vito non è solo un’antica tradizione, ma una presenza viva che ancora oggi plasma il cuore della comunità. Le nostre preghiere, le feste, la trasmissione della sua figura ai più giovani: tutto testimonia che San Vito, qui, non è solo un nome scolpito nella pietra o nelle fattezze argentee della statua di Giuseppe Sammartino o sulle mura della nostra Basilica settecentesca, ma un amico e un modello di vita cristiana.
Il sangue di San Vito, che oggi veneriamo insieme, non ci invita a guardarci indietro con nostalgia, ma a camminare con decisione verso Cristo, unica vera speranza del mondo. È un invito a lasciarci trasformare dall’Eucaristia, dove il Sangue dell’Agnello si unisce al sangue dei suoi amici, i santi martiri. Come recita la liturgia della dedicazione di una chiesa, “Cristo ha reso testimonianza con il sangue, i martiri hanno reso testimonianza con il sangue: una sola fede, una sola vittoria, una sola gloria”.
San Nicola di Myra, che voi onorate come patrono, e San Vito vostro antico patrono, nostro martire e fratello nella fede, oggi ci stringono in un’unica comunione di Chiesa. Sono due chiese sorelle che si abbracciano condividendo la fatica di annunciare il Vangelo.
Per questo ringrazio te, caro Don Alessandro, per aver voluto e guidato questo pellegrinaggio. Grazie all’Arcivescovo di Lecce e al Nostro Vescovo Carlo per aver permesso questa sosta prolungata di questo sangue nella nostra Basilica per tutta la durata dei festeggiamenti: vorrei che questo tempo in compagnia di quest’ampolla rinsaldi i vincoli tra noi e possa farci voler più bene. Questo tempo sarà un tempo per riflettere e continuare ad amare. Ringrazio il Sindaco Dott. Pede e l’Amministrazione comunale di Squinzano per essere qui e per aver saputo unire fede e servizio alla città.
Ringrazio voi cari fratelli e sorelle pellegrini da Squinzano: siete il segno di un popolo che cammina con i suoi santi. Spero che questo tempo vissuto nella nostra perla di isola vi faccia scoprire la bellezza e la benedizione che Dio ha elargito a questo scoglio in mezzo al mare.
Siate i benvenuti. Entrate nella casa di Vito, nella nostra casa, entrate nella nostra storia, entrate nella nostra liturgia, entrate nel nostro abbraccio e nella nostra fraternità, entrate nel nostro modo di pregare. Al sud siamo “sanguigni” cioè legati attraverso vincoli di sangue e, dunque, questo sangue di San Vito sia per tutti noi una rinnovata chiamata a una fede più viva, ad una fede chiamata a liquefarsi in una testimonianza più ardente come avviene per questa ampolla, a una Chiesa che non ha paura di vivere – e se necessario di soffrire – per amore di Cristo. Grazie.