Alla 22ª edizione delle Giornate degli Autori, rassegna autonoma della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il regista Dario Argento ha ricevuto il prestigioso Premio alla Carriera Andrea Purgatori, conferito dalla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE). Un riconoscimento che celebra oltre cinquant’anni di cinema visionario, incubi estetici e suspense d’autore, firmati da uno dei nomi più influenti del genere horror a livello internazionale.
La cerimonia si è svolta lunedì 1° settembre presso la Sala Perla del Palazzo del Casinò, alla presenza di numerosi cineasti e appassionati. Poco prima, Argento ha visitato la mostra “Sandro Symeoni. Dipingere il Cinema”, dove è stato esposto anche il manifesto originale di Profondo Rosso, in occasione del cinquantesimo anniversario del cult.
Durante un’intervista rilasciata a La Repubblica, il regista ha riflettuto sullo stato attuale del cinema, confrontando le sue opere con le produzioni contemporanee, ma ha anche colto l’occasione per rassicurare il pubblico sulle sue condizioni di salute, dopo il malore che lo aveva colpito durante una vacanza a Ischia.
«Nulla di serio, direi quasi una parentesi pubblicitaria sull’isola», ha dichiarato con ironia. Argento ha raccontato di aver avuto difficoltà respiratorie che lo hanno costretto a un ricovero di quattro giorni presso l’ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno. «Non respiravo bene, sono finito all’ospedale. Un piccolo ricovero, quattro giorni, niente di grave ma ho dovuto fare gli antibiotici», ha spiegato. La causa? «È stata colpa dell’aria condizionata, del caldo, del freddo, del vento».
Il regista, che soffre da tempo di broncopneumopatia cronica ostruttiva, ha affrontato la situazione con serenità, anche grazie alla presenza costante della figlia Fiore Argento. «Sono stato tranquillo perché con me c’era Fiore. Non mi ha lasciato neanche un momento. Mi sono sentito sicuro e rassicurato», ha confidato.
A pochi giorni dal suo 85° compleanno, Dario Argento dimostra ancora una vitalità creativa e una lucidità critica che lo rendono una figura centrale nel panorama cinematografico. Il premio ricevuto a Venezia non è solo un tributo alla sua carriera, ma anche un riconoscimento alla sua capacità di reinventarsi e di continuare a influenzare generazioni di registi, da John Carpenter a Quentin Tarantino.