

Nella stupenda e panoramicissima cornice del Circolo Nautico Posillipo, di cui ha portato il saluto il vicepresidente Filippo Smaldone, è stato presentato “Chianu chianu”, l’inno dedicato alla vittoria del quarto scudetto del Napoli. Scritto e musicato dal pianista, compositore e arrangiatore Sasà Mendoza con la direzione artistica di Lucia Cassini, l’inno è cantato da grandi attori ed artisti napoletani del calibro di Enzo Decaro, Giacomo Rizzo, Lucia Cassini, Gianni Conte, Fabrizio Fierro, Angelo Di Gennaro, Mario Maglione, Francesco Malapena, Sasà Mendoza, Alessandra Murolo, Gino Rivieccio, Patrizio Rispo e Lino Vairetti. Oltre all’omaggio al Napoli di Conte, la canzone, straordinariamente orecchiabile e dal testo significativo e rimato, vuole essere un sentito omaggio alla città partenopea, alla napoletanità in generale e alla filosofia che da sempre caratterizza il popolo napoletano.
Il titolo Chianu chianu, ad esempio, non è una casualità, ma un voluto riferimento ad una peculiarità del modus vivendi del popolo napoletano, alla lentezza tipica dell’“essere” napoletano, intesa non come pigrizia o indolenza, ma come atto d’amore verso se stessi, come rivoluzione contro lo stress e i frenetici ritmi quotidiani quasi a voler rallentare la tirannia e la corsa delle lancette dell’orologio, per godersi meglio la vita. “Chianu chianu”, come il bollire del ragù, che a Napoli è un sentimento, e che è la massima rappresentazione e metaforicamente l’apoteosi della lentezza.
Ed è proprio con ritmo lento e passo dopo passo, perché chi va chianu, va sano e va luntanu, mentre ’a jatta pe j ’e pressa facette ’e figlie cecate, che il
Napoli, col suo “ciucciariello”, chianu, chianu, cuoncio, cuoncio, ha conquistato il suo quarto scudetto, contrastando e neutralizzando, con i suoi dovuti scongiuri prima di ogni partita, chi aveva la pretesa di voler vincere tutte le competizioni. Pecchè a Napule ’o pallone è sacro comm’ ’a religgione e la fede calcistica, tra altarini sacri e profani, dedicati alla mano de Dios, che per i napoletani ci ha messo il suo, è parte integrante e fondamentale della cultura e delle credenze partenopee.
La canzone, in stile jazz, caratteristica che contraddistingue ormai il compositore partenopeo, si avvale per l’occasione di valorosi artisti, ma conditio sine qua non per poter aderire a tale progetto e in base al quale sono stati dunque scelti i cantanti e gli attori che vi hanno preso parte, è stata quella, ovviamente, di essere super tifoso del Napoli.
Il progetto Chianu chianu, prevede anche la successiva pubblicazione di un libro sulla relazione tra i proverbi, la scaramanzia e le superstizioni napoletane, in relazione al raggiungimento del quarto scudetto e sarà inoltre la sigla finale dell’ultima puntata della fiction Ischia Forever di Lucia Cassini. Nel brano hanno suonato: alla batteria Fredy Malfi, al basso Pasquale de Angelis, alla tromba Gianfranco Campagnoli, al pianoforte, agli arrangiamenti e alla direzione musicale Sasà Mendoza, al mandolino Francesco Malapena, all’armonica e al coro Nevada.
Eccezionale e divertente anche il videoclip realizzato da Nando De Maio e Artisti associati in cui, tra l’altro, alla stregua dei Beatles, si vedono gli artisti napoletani attraversare le strisce pedonali rigorosamente “Chianu chianu” e Angelo Di Gennaro pettinarsi leziosamente i capelli che da tempo non ha più.
Eloquenti e a tratti esilaranti le dichiarazioni che al termine della presentazione dell’inno ci hanno rilasciato Sasà Mendoza, Lucia Cassini, Patrizio Rispo, Giacomo Rizzo, Mario Maglione e Francesco Malapena. La conferenza stampa si è conclusa con l’interpretazione dal vivo dell’inno “Chianu chianu” da parte di tutti gli artisti presenti. Si ringrazia per le foto il giornalista e videomaker Giuseppe Sacco.
di Gennaro Savio