Nella giornata di martedì 21 ottobre, il vescovo di Pozzuoli e Ischia, don Carlo Villano, ha condiviso con il clero delle due diocesi la sua Lettera pastorale per l’anno 2025/2026. Un testo intenso e profondo, intitolato “Camminiamo insieme nella carità”, che invita a mettere al centro della vita cristiana l’amore, la pace e la comunione: «Essere cristiani, discepoli di Gesù – sottolinea il vescovo – significa fare esperienza di un amore che sentiamo sempre più grande di ogni altra esperienza umana». Un amore che “ci circonda, ci abbraccia, ci spinge, ci possiede, ci abita”. Superare le paure e oltrepassare le frontiere. “L’amore ci spinge sempre a metterci in marcia, a non restare fermi sulle nostre posizioni, a non rimanere chiusi nel nostro mondo di pensieri, abitudini, paure”. Slancio missionario e conversione pastorale. “Vorrei che tutti, me compreso, ci sentissimo sollecitati e provocati da quest’azione silenziosa e potente dello Spirito di Cristo, per superare ogni paura e reticenza ad aprirci a nuove forme di condivisione e iniziativa missionaria”. Comunione, partecipazione. “Investiamo sulla qualità della nostra vita comunitaria, sulla gioia del nostro annuncio del Vangelo nella semplicità del quotidiano”. Questi i punti sui quali il vescovo invita a riflettere.
Il processo di rinnovamento intrapreso con il cammino sinodale non è ancora terminato. Tutto questo ha, per le diocesi di Pozzuoli e Ischia, un significato ancora più incisivo. L’esperienza dell’unione “nella persona del Vescovo”, infatti, ha compiuto ormai ben quattro anni di vita. I percorsi delle due Chiese diocesane sono chiamati ad avvicinarsi e integrarsi sempre più. L’unione costituisce un legame speciale che deve essere accolto, sviluppato e approfondito con disponibile apertura all’azione dello Spirito nel tempo che viviamo, nell’attuale stagione ecclesiale.
Con grande realismo, il vescovo, “di fronte alle grandi emergenze del nostro tempo, rispetto alle responsabilità dei grandi della terra”, richiama l’impego all’unità: «Siamo chiamati ad essere una Chiesa segno di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato, secondo l’auspicio di papa Leone all’inizio del suo pontificato. Anche da noi può partire un piccolo segnale, forse una esile goccia di pace per questo mondo in guerra».
La foto di copertina (“Vita”) della Lettera pastorale è di Claudia Del Giudice, “scattata all’interno di un laboratorio di pittura per ragazzi autistici dove il tempo sembra sospeso”. Mani che si cercano tra i colori, si sfiorano, si intrecciano. Una conduce, l’altra si lascia guidare; una insegna, l’altra impara a fidarsi. Semplici gesti da cui traspare la fatica invisibile dell’incontro, il silenzio che comunica più di mille parole, l’amore che non si dice, ma si fa.