Nel cuore dei Campi Flegrei, tra le meraviglie archeologiche di Bacoli, si cela un fenomeno tanto raro quanto affascinante: un albero che cresce al contrario. Non è una leggenda né un’illusione ottica, ma un vero e proprio capolavoro della natura che ha trovato casa nel Parco Archeologico delle Terme di Baia, accanto al suggestivo Tempio di Mercurio.
Si tratta di un esemplare di Ficus carica, un fico selvatico che ha scelto di svilupparsi in modo del tutto insolito: le sue radici si aggrappano alla volta di un antico locale termale romano, mentre la chioma si protende verso il basso, sfiorando il pavimento. Un’immagine che lascia increduli e che ha trasformato questo albero in una vera star del parco
Un equilibrio impossibile
La spiegazione più plausibile è che, in seguito a lavori di scavo avvenuti nel secolo scorso, alcuni semi di fico siano stati trasportati dal vento o dall’acqua e abbiano trovato rifugio nelle fessure della volta. Da lì, la pianta ha iniziato a crescere, sfidando le leggi della fisica e adattandosi a un ambiente ostile. Il fico, noto per la sua resistenza alla siccità e per la capacità di radicarsi anche tra le pietre, ha prosperato, diventando simbolo di resilienza e adattamento.
Una star inconsapevole
Oggi, il fico capovolto è uno degli scorci più fotografati del sito archeologico. Turisti e appassionati di botanica si fermano incuriositi, scattano selfie e si interrogano sul mistero di questa crescita inversa. Il contrasto tra la monumentalità delle rovine romane e la vitalità di questo albero ribelle rende l’esperienza di visita ancora più suggestiva.
Tra mito e scienza
La presenza del fico capovolto a Bacoli non è solo una curiosità botanica, ma anche un invito a riflettere sul rapporto tra uomo, natura e tempo. In un luogo dove la storia millenaria si intreccia con la forza degli elementi, questo albero rappresenta una metafora potente: anche nelle condizioni più improbabili, la vita trova il modo di esprimersi.
Chi visita il Parco Archeologico di Baia non può fare a meno di cercarlo, di osservarlo, di lasciarsi stupire. Perché a Bacoli, anche gli alberi raccontano storie. E a volte, lo fanno a testa in giù.