Il fermo biologico della pesca non solo continua, ma si intensifica. Con un provvedimento pubblicato in questi giorni, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) ha ufficializzato la proroga del blocco delle attività di pesca, estendendolo fino al 30 novembre 2025.
La nuova misura rappresenta un raddoppio rispetto al fermo già in vigore dal 1° ottobre. Il documento ministeriale stabilisce l’interruzione temporanea obbligatoria e continuativa delle attività di pesca dal 31 ottobre al 30 novembre per le unità autorizzate all’uso di attrezzi specifici, tra cui:
– Reti a strascico a divergenti
– Sfogliare rapidi
Questi strumenti sono impiegati per la cattura di stock demersali e per la pesca mirata del gambero rosso (ARS) e del gambero viola (ARA). Le aree interessate sono le GSA 8, 9, 10 e 11, che includono anche i porti dei Compartimenti marittimi del Tirreno.
Due sono i punti chiave che giustificano la proroga:
1. Tutela del nasello: L’obiettivo è ridurre le catture dei riproduttori di nasello di almeno il 20%, attraverso una gestione più rigorosa dello sforzo di pesca.
2. Supporto scientifico: La decisione si basa su un documento tecnico-scientifico redatto il 24 ottobre 2025 dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che evidenzia la necessità di misure aggiuntive per la salvaguardia degli ecosistemi marini.
Il provvedimento avrà un impatto significativo sulle attività dei pescatori locali, ma è considerato un passo necessario per garantire la sostenibilità delle risorse ittiche. Le GSA, ovvero le Aree di Gestione dello Sforzo di Pesca, sono strumenti fondamentali per monitorare e regolare l’attività nei mari italiani, e questa proroga ne rafforza il ruolo.
