Il magistrato antimafia Catello Maresca è stato oggetto di gravi minacce durante una diretta su TikTok, dove sono apparsi commenti violenti che inneggiavano a figure storiche della criminalità organizzata come Totò Riina e Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, boss dei Casalesi.

Tra le frasi più inquietanti: “Totò Riina fece bene, ci vorrebbe un altro Totò per far saltare in aria te, Gratteri e Nordio” e “Se ti prende Sandokan”. I messaggi provenivano da un profilo che sosteneva Giuseppe Setola, capo dell’ala stragista del clan dei Casalesi, noto per la sua ferocia e per gli omicidi compiuti a Castel Volturno.
Maresca, già pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è noto per aver coordinato l’operazione che portò all’arresto del boss latitante Michele Zagaria nel 2011. Vive da anni sotto scorta e continua a essere un punto di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata, anche nel suo ruolo attuale di consigliere comunale a Napoli. La sua attività non si limita alle aule giudiziarie: da tempo porta avanti un impegno civile e culturale per la legalità , partecipando a incontri pubblici, convegni e iniziative educative.
Proprio Ischia, dove Maresca è stato ospite in diverse occasioni per parlare di giustizia e contrasto alle mafie, dove ha recentemente presentato a Foroo il suo ultimo volume “Il Genio di Giovanni Falcone”, ha rappresentato per lui un luogo di dialogo con la cittadinanza e con le nuove generazioni. Anche quest’estate ha scelto l’isola come meta di vacanza, confermando il legame profondo con il territorio e la sua volontà di essere presente non solo come figura istituzionale, ma anche come cittadino tra i cittadini. La sua presenza ha sempre suscitato interesse e rispetto, e gli incontri pubblici a cui ha preso parte sono stati momenti di riflessione collettiva sull’importanza della legalità .
Nonostante le minacce ricevute, durante la diretta sono arrivati numerosi messaggi di solidarietà da parte degli utenti, che hanno espresso vicinanza e sostegno al magistrato. Un segnale forte che dimostra come la società civile sia pronta a reagire e a difendere chi si espone in prima linea contro le mafie. Le autorità competenti stanno ora valutando l’accaduto e potrebbero avviare indagini per identificare gli autori dei messaggi, che potrebbero configurare reati come minaccia aggravata o istigazione alla violenza.