Lacco Ameno ha vissuto ieri sera un intenso momento di commemorazione nel ventesimo anniversario del naufragio dell’imbarcazione “Padre Pio”, tragedia che colpì profondamente l’intera isola d’Ischia. Sul pontile del Comune, il sindaco Giacomo Pascale, insieme al figlio di Salvatore Vespoli e alla madre di Antonio Manfredi, ha lanciato in mare una corona di alloro in memoria delle vittime: Salvatore Vespoli, Antonio Manfredi e Antonio Buonomo, quest’ultimo appena ventenne.
Il gesto simbolico si è svolto sotto lo sguardo commosso dei cittadini e di Don Pasquale Mattera, che ha guidato una processione sotto il manto della Madonna delle Grazie, trasformando la cerimonia in un momento di silenziosa solidarietà e profonda preghiera.
Il sindaco Pascale, visibilmente emozionato, ha sottolineato come la tragedia del “Padre Pio” rappresenti una ferita ancora aperta per la comunità locale: “Molte famiglie di Lacco Ameno e dell’intera isola hanno perso i propri cari in mare: padri, mariti, figli, amici. Anche la mia famiglia conosce questo dolore”, ha dichiarato. Nelle sue parole si sono mescolati il ricordo, il dolore, e la rabbia per una tragedia avvenuta in condizioni di mare calmo e buona visibilità. Un punto, quest’ultimo, che alimenta da anni dubbi e domande irrisolte su eventuali ritardi nei soccorsi o responsabilità sottovalutate.
“Dopo venti anni – ha aggiunto Pascale – le famiglie meritano risposte. La verità è un diritto di chi ha pianto e continua a farlo. Nessuno potrà restituire quelle vite, ma possiamo almeno restituire chiarezza e giustizia”.
La commemorazione non è stata solo un atto formale: ha rappresentato il bisogno collettivo di ricordare e custodire la memoria dei marinai scomparsi, vittime di un mare che spesso, purtroppo, non perdona. Il sindaco ha ribadito l’impegno dell’amministrazione nel continuare a onorare il legame profondo tra Ischia e la sua gente di mare, preservando una cultura fatta di coraggio, sacrificio e rispetto delle vite vissute tra le onde.
Il naufragio del “Padre Pio” rimane ancora oggi un simbolo doloroso, ma anche una chiamata alla responsabilità, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.
