Casamicciola – Parole amare, dure, pronunciate con la voce di chi ha vissuto il fango non solo sulla pelle, ma nell’anima. Eugenio Di Meglio, volontario insieme a tanti nei soccorsi dopo la frana del 26 novembre 2022 a Casamicciola, rompe il silenzio alla notizia della richiesta di archiviazione dell’inchiesta che riguarda la morte di dodici persone, tra cui bambini e un neonato.
“Ho fiutato la puzza di ‘sporco’ sin da subito” – afferma Di Meglio, geologo e volontario della Protezione Civile – riferendosi a episodi inquietanti successivi al disastro, come presunti incendi d’archivio e un’indagine che oggi, dopo quasi due anni, non individua alcun responsabile. “Un popolo etichettato come abusivo eppure nessuno paga. La scarsa manutenzione era sotto gli occhi di tutti – racconta – e quelle PEC inviate al Comune con segnalazioni e allarmi erano firmate, protocollate. Nessuno potrà dire che non sapeva”.





La sua è la testimonianza di chi scavò tra le macerie e nel silenzio, cercando corpi, stringendo mani, respirando dolore. Ma oggi, davanti alla possibilità che tutto venga archiviato senza nomi né colpe, lascia spazio a un senso profondo di disillusione e rabbia.
“Con Ischia e con Casamicciola non voglio più avere a che fare. Sto studiando, prendendo il brevetto da sub e metterò le mie competenze altrove, dove chi conta mi rispetta e crede in me” – conclude con una decisione lacerante, ma ferma.
Nel frattempo, la comunità resta in attesa che qualcuno dica ciò che non si ha il coraggio di scrivere nero su bianco: che dodici vite non possono svanire nel nulla, che il fango può essere spalato, ma il dolore non può essere archiviato.