Nelle notti d’estate, quando la luna crescente si affaccia timida sull’orizzonte e il respiro del mare si fonde con il silenzio della terra, Ischia si trasforma in un teatro celeste. Dall’estremo del monte di Panza, dove la luce artificiale si dissolve e il buio conserva ancora la sua purezza, la Via Lattea si svela come un sentiero di luce sospeso tra le stelle.


È qui, in questo angolo appartato dell’isola, che l’universo si lascia contemplare. Lontano dai centri abitati e protetto dalla morfologia del territorio, il cielo sopra il monte di Panza gode di un basso livello di inquinamento luminoso, classificabile intorno alla classe 3 della Scala di Bortle: un cielo rurale dove la galassia è visibile a occhio nudo come una scia lattiginosa che attraversa la volta celeste.

In queste sere, il Triangolo Estivo* – formato da Vega, Deneb e Altair – domina il cielo orientale. Vega, la più brillante, guida lo sguardo verso nord-ovest; Deneb, nella costellazione del Cigno, sembra tuffarsi proprio nel cuore della Via Lattea; Altair, nell’Aquila, chiude il triangolo con la sua luce pulsante. Questo asterismo non è solo un riferimento astronomico, ma una cornice perfetta per ammirare la galassia in tutta la sua estensione.
Per godere appieno di questo spettacolo, basta attendere che il sole scompaia dietro il profilo del monte Epomeo e che la luna, ancora giovane, lasci spazio all’oscurità. Nessun telescopio è necessario: solo occhi pazienti, un cuore aperto e il desiderio di sentirsi parte di qualcosa di infinitamente più grande.


A Ischia, la Via Lattea non è solo un fenomeno astronomico. È un sussurro dell’universo, un invito alla meraviglia. Un incanto che si rinnova ogni notte, per chi sa ancora alzare lo sguardo.

Foto Marco Campione