giovedì, Maggio 29, 2025
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Un nuovo Papa e un nome che divide: riflessioni del prof. Penza su Leone I



Al balcone della facciata di San Pietro si è affacciato un nuovo Papa. E’ un americano, viene da Chicago, plurilaureato, missionario in Perù per molti anni, esperto di pastorale e di Curia Romana. Persona quasi sconosciuta al mondo cattolico Europeo, ma affidabile e preparata, degna dell’incarico ricevuto.

E’ apparso ai fedeli vestito in modo tradizionale, che ricordava molto benedetto XVI. Ha parlato leggendo un testo scritto, tranne nella parte finale del discorso. Ha toccato temi come la pace, l’unità dei Cristiani e la centralità di Cristo nell’annuncio del Vangelo. Non una parola sui poveri nel Mondo, sull’ecologia e sui doveri della Chiesa verso tutti i sofferenti.

Argomenti scontati per qualsiasi Papa.

Anche se è mancato ogni elemento di novità nei gesti e nelle parole, il suo curriculum è degno di rispetto e di ammirazione e lo raccomanda alla nostra imitazione e obbedienza.

Ma perché chiamarsi Leone?

La parola evoca un animale crudele e feroce, selvaggio e sanguinario, e già per questo è impropria per un Papa. Per giunta è un animale pericoloso e ostile verso gli altri animali e a volte anche verso l’uomo.

Si obietta: ma ce ne sono stati tredici prima di lui. Si risponde: ma erano i tempi del potere temporale, della Chiesa come è stato, e quel nome poteva esprimere anche la forza del Regno del Papa. A mio parere, questo non lo giustifica appieno, perchè Dio non cambia sostanza con il mutare dei tempi, e la Croce ci parla di lui come misericordioso e pietoso. Ma allora era, al limite, accettabile. E oggi?

©️Prof. Nello Penza

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